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giovedì 12 maggio 2011

Mito o cattivo esempio?



Scrivere di lei, non è mai compito semplice. Oggi racconto di una donna, che nel bene, nel male, ha cambiato letteralmente il mondo della moda. Temuta, amata, e molto spesso anche odiata, Anna Wintour, per i pochi ignari, direttrice dal 1988 di Vogue America, è un chiaro punto di riferimento per alcuni, di sdegno per altri. Non ha paura del giudizio altrui, nemmeno quello degli stilisti o dei collaboratori stessi. Lei che nel 2005, imbufalita perché Giorgio Armani aveva osato organizzare un party al Moma di New York, in un giorno a lei non gradito, si vendicò in modo oltraggioso, si presentò con un tailleur di Chanel giallo, invece che con un modello dell’invitante, come si richiede solitamente.
Usa l’ombra più della luce e la luce come l’ombra.E’ comportamento tipico di chi ha potere: politici, grandi della finanza, strateghi militari e alti prelati lo fanno da sempre. Lei è la prima ad averlo adottato nel mondo della moda. I soprannomi si sprecano al riguardo, Citizen Anna ad esempio, come chiaro riferimento alla pellicola Quarto Potere, che nella versione originale si chiamava Citizen Kane.Nuclear Wintour o Ice woman, sono solo alcuni appellativi con cui si fa riferimento a lei.
Secondo The Guardian, lei è il sindaco non ufficiale di New York, monarca assoluto della moda mondiale.
Si calcola che Vogue America, abbia un fatturato pubblicitario annuo sui centocinquanta milioni di dollari, più o meno pari al bilancio della Difesa di un paese del Terzo mondo. Non e’ poi cosi strano che le edizioni Condè Nast corrispondano al direttore uno stipendio annuale di due milioni di dollari e svariati fringe benefit, come ad esempio i cinquantamila dollari di budget per i vestiti, autista a disposizione ventiquattr’ore su ventiquattro, suite al Ritz di Parigi e al Four Season di Milano, durante le settimane della moda. L’energia di questa donna è inesauribile. Si alza ogni giorno alle sei, gioca a tennis, e dopo l’intervento congiunto di truccatore e parrucchiere va al lavoro. Inutile dire che la sua giornata è carica di impegni, si concede una pausa soltanto durante il suo classico lunch: una bistecca mezza cruda.. Anche se ai tempi di Harpers and queen, seguiva una dieta iperproteica: salmone affumicato e uova strapazzate tutti i giorni. Sui rapporti tra la Wintour e il cibo, ci sono dei simpatici aneddoti. Nel 2005 le fu lanciata una torta al tofu in faccia, all’ingresso del Louvre in occasione della sfilata Chanel, il commento ironico fu: “ un carboidrato ha toccato la bocca della Wintour, mai accaduto prima!”. Accadde ancora, sempre a Parigi, ma stavolta nel giardino delle Tuileries, dove stava per svolgersi la sfilata di Chloè. E infine una manciata di farina a Milano, in viale piave dove sfilavano Dolce&Gabbana.L’episodio più clamoroso accadde però a NY, in compagnia del publisher Ron Galotti, le atterrò sul piatto, secondo alcuni un animale sanguinolento, secondo altri un topo morto, in ogni caso una schifezza. Ad orchestrare questi attentati comunque sono le associazioni animaliste come la Peta. Ce l’hanno con lei che ama, smoderatamente le pellicce, e che ha trasferito questa passione nei servizi moda del suo giornale.




E voi cosa ne pensate.. Anna Wintour donna forte oppure un esempio da non seguire?

1 commento:

  1. anna wintour è senza ombra di dubbio una donna forte e di potere, una donna che ha saputo cambiare la visione della moda negli usa e anche in italia purtroppo).Dopo aver visto the september issue, il documentario su di lei, ho però capito che tanto potere nasce anche da uno staff ultra preparato e da un direttore creativo, Grace Coddington, in grado di realizzare quasiasi shooting fotografico, usando una fervida immaginazione e un gran talento visionario.
    quindi anna wintour è un manager con una grande squadra alle spalle, un mito per la sua carriera ma un cattivo esempio per i rapporti umani.
    e poi perdio Anna, tutte quelle pellicce...:(((

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